domenica 18 marzo 2012

IL MITO DI ECO E NARCISO

Narciso era figlio della ninfa Liriope e del fiume Cefiso, che innamorato della ninfa, l'avvolse nelle sue acque e nelle sue correnti possedendola. Da questa unione nacque un bambino di  indescrivibile bellezza e grazia. La madre, poichè voleva conoscere il suo destino si recò dal vate Tiresia, il più grande fra tutti gli indovini, dono avuto da Atena. Tiresia, dopo aver sentito le richieste di Liriope, le disse che suo figlio avrebbe avuto una lunga vita se non avesse mai conosciuto se stesso. Liriope non comprendendo la profezia se ne andrò e con il passare degli anni dimenticò quanto gli era stato profetizzato.
Narciso cresceva forte e di una bellezza tanto dolce e raffinata che tutti lo ammiravano, sia uomini che donne. Ma Narciso risfuggiva ogni attenzione amorosa, era pieno di vanità e insensibilità, tanto che un giorno regalò una spada ad Aminio, un suo acceso spasimante perchè si suicidasse, Aminio, tanto era grande l'amore per Narciso, ch si trafisse il cuore.
La storia vuole che la sorte di Narciso si incrociasse con quella della ninfa Eco, un incontro nefasto che fù la rovina di entrabi i giovani...
Si narra che la sposa di Zeus, Era, la cui gelosia era nota a tutti gli dei e a tutti i mortali, era sempre in cerca di tradimenti del marito e sfortuna volle che un giorno si rese conto  che la ninfa Eco, con le sue continue chiacchere la stava ingannando,dando tempo alle concubine di Zeus di mettersi in salvo. Grande fù la rabbia di Era che rese Eco destinata a ripetere per sempre solo le ultime parole dei discorsi che le rivolgevano.
Un giorno Narciso, mentre vagava nei boschi a tendere reti per catturare i cervi, viene visto da Eco che non potendo rivolgergli la parola, si limitò a rimirare la sua bellezza e estasita da tanta grazia subito se ne innamorò.
Narciso, intento a rincorrere i cervi, non si accorse di lei, ne si accorse di essersi allontanato troppo e di aver smarrito il sentiero,vistosi perso iniziò a chiamare aiuto. A quel punto Eco decise di mostrarsi, rispondendo al suo richiamo d'aiuto si presentò protendendo verso di lui teneramente le sue braccia e offrendosi come dono d'amore.Ma la reazione di Narciso fù spietata,alla vista di questa ninfa che si offriva a lui, fuggì. Eco avvilita e piena di vergogna scappò via e si nascose nel folto bosco dove incominciò a vivere in solitudine e la passione per Narciso era ogni giorno sempre più struggente che si dimenticò di vivere e il suo corpo deperì rapidamente fino a scomparire e a lsciare di lei solo la voce."D'ALLORA LA SUA PRESENZA SI MANIFESTA SOLO SOTTO FORMA DI VOCE, LA VOCE DI ECO, CHE CONTINUA A RIPETERE LE ULTIME PAROLE CHE GLI RIVOLGONO."
Gli dei vollero allora punire Narciso per la sua freddezza e insensibilità, mandarono Nemesi, dea della vendetta, che fece sì che Narciso,mentre si trovava presso una fonte, si chinasse a bere un sorso d'acqua così nel vedere la sua immagine riflessa immediatamente se ne innamorasse...così fù.
Narciso non consapevolle che aveva difronte se stesso, pieno d'amore ammirava quel volto e immergeva le braccia nell'acqua per sfiorarlo ma l'immagine scompariva non appena la toccava...
Narciso rimase a lungo presso quella fonte,senza accorgersi che i giorni scorrevano inesorabili, dimenticandosi si mangiare e bere,sostenuto solo dal pensiero che quel malefico sortilegio,che faceva si che quell'immagine gli sfuggisse,sparisse per sempre...alla fine morì presso la fonte che gli aveva regalato l'amore.
Quando le Naiadi (ninfe dell'acque) e le Driadi (ninfe delle querce) andarono a prendere il corpo per collocarlo sulla pira funebre,al suo posto trovarono uno splendido fiore bianco, che da lui prese il nome NARCISO.







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