giovedì 5 aprile 2012

IL MITO AMORE E PSICHE

IL MITO PIU' BELLO
Un re e una regina avevano tre figlie. Le due maggiori erano andate spose a predendenti di sangue reale, ma la più piccola, di nome Psiche, era talmente bella che nessuno osava corteggiarla, tutti l'adoravano come fosse una dea e alcuni credevano si trattasse dell'incarnazione di Afrodite sulla terra. Afrodite sentendosi trascurata e offesa a causa di una mortale, pensò di vendicarsi con l'aiuto di suo figlio Amore (Eros) e delle sue frecce amorose. La vendetta di Afrodite consisteva di far innamorare Psiche dell'uomo più sfortunato della terra, con il quale doveva condurre una vita di povertà e di dolore. Amore accettò subito la proposta della madre ma, appena vide Psiche, rimase incantato dalla sua bellezza e confuso dalla splendida visione fece cadere sul suo stesso piede la freccia preparata per Psiche,cadendo così vittima del suo stesso inganno. Si innamorò perdutamente della giovane e con l’aiuto di Zefiro, il vento dell'ovest,una notte  la rapì conducendola in un luogo incantato. Psiche si svegliò quando sorse il sole e guardandosi intorno vide un torrente che scorreva all'interno di un boschetto, sulle rive di questo torrente s'innalzava un palazzo d'aspetto nobile che sembrava quello di un dio. La giovane entrò nel palazzo e dentro vi trovò immense ricchezze e tesori provvenienti da ogni parte del mondo...domandandosi di chi fossero tutti quei beni preziosi  delle voci gli risposero che era tutto suo e che loro erano al suo servizio.
Giunta la sera lei si coricò su un giaciglio e sentì un'ombra che riposava al suo fianco, si spaventò ma subito dopo, sentì una voce mormorarle che lui era il suo amante e che non doveva chiedere chi fosse ma soprattutto non cercare mai di guardarlo, accontentandosi solo del suo amore.Tutte le notti Amore si recava a trovarla e per tutta la notte si scambiavano parole d'amore ma prima che l'alba arrivasse, il misterioso amante spariva. Una notte però la curiosità ebbe il sopravvento nella giovane e mentre Amore dormiva accese una lampada per guardarlo, Amore si destò, vedendosi scoperto fuggì e non tornò più.

Allora il magnifico luogo dove si trovava Psiche perse ogni seduzione e divenne arido e brullo.
Psiche, abbandonata a causa della sua colpa, pensò di uccidersi gettandosi in un fiume, ma la corrente, impietositasi, la riportò sulla riva. Così iniziò a cercare inutilmente per il mondo il suo amore.
Eros, invece, tormentato dallo stesso dolore di Psiche, trovò rifugio presso la dimora materna.
Afrodite, quando seppe che suo figlio aveva osato amare una mortale, che era anche sua rivale, non potendo fare niente di male al figlio pensò di vendicarsi su Psiche. Con il permesso di Zeus
, mandò Ermes in giro per il mondo a divulgare la notizia che Psiche doveva essere punita come nemica degli dei, e che il premio per la sua cattura sarebbero stati sette baci che la stessa dea avrebbe donato.
La notizia giunse fino alle orecchie di Psiche, che decise di andare sull'Olimpo a chiedere perdono. Afrodite la fece flagellare adducendo che era la giusta punizione di una suocera addolorata.
Psiche divenne sua schiava, e inutilmente la giovane si rivolse a Demetra
ed a Era  perché la difendessero dall'odio della dea che continuava a perseguitarla dandole i compiti più ingrati e difficili. Le fu ordinato di dividere un cumulo di grano, orzo, miglio e altri semi, e separare un mucchio di perle in base alla dimensione, ma le formiche la aiutarono facendo gran parte del lavoro.
Un'altra volta la dea le ordinò di portarle il vello dorato dei montoni selvaggi, ma le canne che crescevano lungo il fiume le dissero che i montoni, verso sera, dormivano estenuati dal calore della giornata e che quindi era più facile avvicinarli.
Psiche riuscì quindi anche in questa impresa. Afrodite pretese una giara di acqua gelata dello Stige, dove viveva un drago, ma fu l'aquila di Zeus a compiere la missione per lei. Alla fine la dea chiese a Psiche di portare un vaso nel mondo sotterraneo a Persefone
, affinché vi mettesse un po' della sua bellezza, perché la dea dell'amore aveva consumato la sua nel curare il figlio.
Psiche non sapeva dove andare, quando vide una torre, pensò che da lì avrebbe potuto buttarsi per porre fine alla sua vita. Ma la torre stessa le parlò indicandole l'entrata del mondo sotterraneo.
La bella Psiche che, pur essendo ancora viva, dovette pagare a Caronte
, il traghettatore degli inferi, due volte (l'andata e il ritorno) per entrare nel palazzo di Persefone, . La dea la accolse con cortesia, prese il vaso e lo riempì.
Psiche poté così tornare nel mondo dei vivi ma, dopo tutto quello che aveva subito, non riuscì a resistere alla tentazione di aprire il vaso e prendere un po' della bellezza contenuta per sé.
Il vaso, non appena lo aprì, si rivelò vuoto e Psiche cadde a terra in un sonno profondo.
Quando Amore seppe di quello che stava succedendo, riuscì a eludere la sorveglianza della madre e a ritrovare Psiche. La rianimò e la fanciulla riconsegnò il vaso ad Afrodite.
  Zeus decise di aiutare i due innamorati, e  decretò che il matrimonio tra Amore e Psiche poteva essere celebrato. Psiche fu portata sull'Olimpo e furono celebrate le loro nozze alla presenza di tutti gli dei, ma prima Amore le fece bere l'ambrosia, rendendola immortale, e placando finalmente la gelosia di Afrodite.
Amore e Psiche avevano trovato la felicità, dalla loro unione nacque una splendida femminuccia alla quale fù dato il nome di Voluttà.

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